L’aumento considerevole del costo del carburante e le norme molto restrittive antinquinamento stanno spingendo l’attività della progettazione navale verso una sofisticata ricerca di accorgimenti volti alla riduzione dei consumi di una nave in esercizio.
La causa principale dei consumi di una nave è data dalla sua resistenza al moto che per un qualsiasi corpo galleggiante può essere scomposta in due componenti: una dovuta all’attrito dell’acqua con la superficie immersa e l’altra dovuta alla generazione ondosa del corpo stesso. Mentre la resistenza d’attrito è difficilmente abbattibile (la superficie bagnata non è diminuibile e il coefficiente d’attrito è praticamente invariato data la tecnologia attuale), la resistenza d’onda può essere diminuita disegnando la nave con forme opportune. La possibilità di controllare la generazione ondosa di una carena con mezzi informatici aiuta il progettista a disegnare forme adeguate, performanti e a basso costo.
Fino ad oggi il metodo più robusto e più utilizzato era un calcolo di resistenza ondosa basato sulla teoria a potenziale. La formazione ondosa prodiera calcolata è praticamente perfetta, quella poppiera invece no, a causa di forti fenomeni di viscosità. Per questo motivo la vasca navale è sempre stata una tappa fondamentale per affinare il progetto idrodinamico.
Un calcolo viscoso di superficie libera sarebbe quindi essenziale in ambito navale, ma ci siamo scontrati con alcune difficoltà legate alla stabilità del calcolo e alla notevole influenza della mesh sul risultato finale. Con qualche opportuno accorgimento siamo riusciti comunque a ricavare molte informazioni dai risultati ottenuti, che presenteremo di seguito. |